Questo servizio svela i "segreti" delle major del disco che gestiscono i due popolari reality di Rai 2 e Canale 5, Sony BMG e Warner: racconta le loro strategie e descrive i profili dei discografici che si muovono dietro le quinte di Amici e X Factor.
Ho realizzato l'inchiesta con il prezioso aiuto di Alessandra Carnevali, esperta musicale del nostro circuito titolare di Festival su Blogosfere , di cui potrete leggere i commenti all'interno dell'articolo.
Ho realizzato l'inchiesta con il prezioso aiuto di Alessandra Carnevali, esperta musicale del nostro circuito titolare di Festival su Blogosfere , di cui potrete leggere i commenti all'interno dell'articolo.
(9Colonne) - Roma, 17 marzo
I talent show salveranno la nave della musica dagli assalti dei pirati on line?
I discografici puntano sui due reality televisivi che da oggi si scontrano in prime time, Amici e X Factor, per rilanciare la vendita di cd intaccata dalla distribuzione illegale su Web.
E’, finora, vincono la sfida.
Li conforta il successo commerciale della ex commessa Giusy Ferreri e dell'ex parrucchiere Marco Carta, protagonisti delle scorse edizione delle Accademie artistiche di Rai2 e Canale 5.
Ma chi sono i burattinai del business, ovvero i dirigenti delle major che decidono i destini professionali dei candidati?
Ecco i loro profili e le rispettive strategie per monetizzare i format musicali del piccolo schermo.
Il grande pubblico conosce già alcuni tra i veri "padroni del vapore".
Come la simpatica produttrice Mara Maionchi, nonna ideale di tutti gli adolescenti che dice le parolacce. Dalla fine degli anni '60 ha lavorato alle dipendenze di grosse case discografiche: ha collaborato con Mogol, Lucio Battisti, ha lanciato tanti vip, tra cui Gianna Nannini, Umberto Tozzi, Eduardo de Crescenzo e Tiziano Ferro. Oggi, opera in modo autonomo offrendo i suoi servizi al mercato.
In TV appare anche il giudice dei casting di X Factor, Stefano Senardi, presidente della etichetta indipendente NunFlower con un passato in Polygram e Cgd.
O ancora, il più in alto di tutti, l'ex dee jay e talent scout Richi Zerbi, presidente di Sony Bmg Italia. Lo si vede nei programmi di Simona Ventura e di Maria De Filippi, ma anche in goliardiche ospitate a Mai dire...con la Gialappa's Band. Con lo stesso trio comico commenta dai microfoni di Radio2 RAI il Festival di Sanremo, e si diverte ad anticipare i nomi dei vincitori della rassegna canora più famosa.
E' lui la punta dell'iceberg dell'industria nazionale che emerge in TV, poiché dirige la filiale italiana della più importante major mondiale. La sua casa discografica cura ad anni alterni con la Warner la compilation che contiene le canzoni interpretate dai ragazzi di Amici.
Nell'ultima edizione ha sfornato con Maria De Filippi il disco collettivo di inediti "Scialla", in cima alle classifiche dallo scorso gennaio.
Pur avendo legami col reality del Biscione, la Sony Bmg è lo sponsor mecenate di X Factor. In questa gara mette in palio il contratto per il vincitore. I prodotti del programma Mediaset sono invece gestiti sopratutto dalla Warner.
Alessandra Carnevali, musicista che in qualità di autrice ha collaborato con Mario Lavezzi ed ha partecipato al Festival di Sanremo, e prima blogger ad essere accreditata alla Sala Stampa della rassegna ligure, spiega a 9 Colonne gli equilibri produttivi del backstage.
"Ad anni alterni, entrambe hanno l'opzione per mettere sotto contratto i singoli cantanti di Amici. X Factor è gestito discograficamente dalla Sony, ma molto potere credo lo abbia la casa di produzione del programma che è Magnolia."
Sony Bmg e Warner sono due dei quattro colossi che si spartiscono il mercato planetario (le altre sono Emi e Universal). La prima è una joint venture tra il gruppo tedesco BMG (Bertelsmann Music Group) e la multinazionale giapponese Sony Music Entertainment, un impero intercontinentale creato nel 2004. Warner è invece americana ed opera in tutti i settori dei media e dello Spettacolo. Nel 1990 ha anche acquisito Time, il primo gruppo editoriale degli USA.
Da un po’ di tempo, entrambe si affidano ai talent show per superare la crisi indotta dai nuovi modelli di consumo imposti dalla diffusione immateriale della musica. La formula del concorso per interpreti testati in contemporanea in TV e su internet sembra dare buoni frutti. Il sistema di giudizio offre valide garanzie perché mette in sinergia il voto popolare con il parere competente degli esperti. La valutazione, inoltre, si sviluppa all'interno di un percorso lungo che offre molte possibilità di verifiche incrociate. I capi delle major possono captare gli umori del "popolo sovrano", come lo definisce il giurato di X factor Morgan, ed i vocal coach dei cantanti possono coordinare i loro sforzi con le indicazioni espresse dal tele-voto e dalla piazza virtuale del Web.
Conferma Alessandra Carnevali: "Hanno visto che funziona: prendono una nidiata di pulcini, spesso già adocchiati dalle stesse major coinvolte nel programma, se non già pre-contrattualizzati, oppure artisti ritenuti validi che però non hanno ancora avuto modo di compiere il salto di qualità e li mettono nel contenitore di X factor. Per selezione naturale ne emergerà uno. O, forse, al massimo un paio. Il problema poi sarà il "progetto", ovvero la costruzione di un preciso mondo artistico e non solo di immagine in cui collocare il cantante. E non sempre chi vince il programma è poi quello con il progetto più forte o credibile".
Questo meccanismo selettivo si sintonizza con la politica cauta adottata negli ultimi anni dalle major.
"Le case discografiche - prosegue la Carnevali - in epoca di crisi mondiale non possono e non vogliono più rischiare ed investire su progetti a lunga scadenza. Un tempo si metteva sotto contratto un giovane artista e gli si davano i mezzi ed il tempo (a volte anni e più di un album di rodaggio) per affermare la propria personalità. E' così che sono nati i grandi cantanti e cantautori degli anni '60 e '70. Poi tutto è diventato più frenetico e l'artista ha dovuto subito fare "numeri" importanti. Altrimenti, avanti il prossimo. Negli ultimi anni questo è più che mai frequente. Le major stanno alla finestra e arrivano quando il cantante è già maturato, e magari buona parte del rischio e della fatica se l'è sobbarcata un'etichetta indipendente o l'artista stesso".
Per il telespettatore, un po' del fascino di Amici e, sopratutto, di X Factor dipende dalla loro capacità di trasformarci tutti in "produttori discografici": una sorta di FantaMusica, sul modello del gioco FantaCalcio che abilita gli utenti del Web a diventare allenatori di squadre di football immaginarie.
"In parte è così - dice la Carnevali - sopratutto per chi fa informazione musicale o è del settore. Il telespettatore a casa credo che segua più il gusto personale e si affezioni a questo o a quel cantante. Perché gli somiglia, gli sta simpatico o ha una storia personale che lo commuove. E' un po’ come per le telenovelas o per le soap. I personaggi, grazie alla TV, entrano quotidianamente nelle case delle persone e diventano quasi membri della famiglia. Se ne parla a tavola, al bar, al lavoro ed alla fine si perde di vista l'aspetto spiccatamente artistico e prevale quello umano."
Un ruolo essenziale è giocato dal web, canale interattive che coinvolge l'audience e la rende protagonista dello show. La stessa Carnevali lo verifica ogni giorno come titolare di uno dei blog musicali, Festival del circuito Blogosfere, più seguiti on line: "Dal mio punto di osservazione – spiega - riesco a intravedere le potenzialità di successo di questo o quel cantante anche grazie ai lettori del blog ed ai loro commenti. In un' epoca come questa in cui il web sta diventando un'imprescindibile fonte di informazione e il download sta prendendo il posto delle vendita dell'oggetto cd, il lavoro dei blogger, soprattutto di quelli che si occupano di televisione e di musica, è fondamentale per la crescita della popolarità prima e delle vendite poi di qualsiasi artista emergente."
Amici e X Factor, rappresentano dunque il più redditizio compromesso tra TV e Major, la migliore sintesi di business discografico e show televisivo interfacciato col Web. Una macchina scenica acchiappa-ascolti per il piccolo schermo che registra il crollo degli introiti pubblicitari ed una ricetta anti-crisi per l'industria dei cd falcidiata dai download abusivi degli internauti.
Anche quest'anno sfornerà nuove "galline dalle uova d'oro?".
"Per X Factor - azzarda l'esperta blogger - sarei tentata di dire Juri per i motivi che hanno portato Marco Carta a vincere prima Amici e poi Sanremo, ovvero un grande coinvolgimento emozionale da parte di un vasto pubblico senza distinzioni di età o sesso. O i Bastard Sons of Dioniso, perché piacciono alle ragazzine. Se ben equipaggiata di buone canzoni potrebbe avere ottime prospettive la grande voce di Noemi. Ho un grosso punto interrogativo su Matteo che seppur non brilli per originalità ha forse la voce più matura di tutti i concorrenti e nei download dei brani contenuti nella prima compilation di XF uscita la scorsa settimana è al primo posto con la sua cover in italiano di Should have known better di Jim Diamond. Per gli altri non saprei. Penso che sia tutto già visto e sentito".
Rimangono i dubbi sui limiti di questa nuova forma di talent scouting televisivo legato a troppe variabili: alla volubilità del pubblico ed a possibili errori di giudizio degli esperti che potrebbero stroncare sul nascere gli artisti più originali. La selezione, inoltre, non stima le capacità autoriali dei candidati, oltre a quelle di esecutori.
Alcuni esempi? Marco Carta, trionfatore a Sanremo 2009, l'anno scorso era osteggiato ad Amici dalla sua stessa insegnante di canto, Grazia Di Michele, che gli prospettava un futuro anonimo. I vincitori di X factor 2008, gli Aram Quartet, hanno ceduto il passo alla sconfitta Giusy Ferreri, che primeggia nelle classifiche di vendita.
Una serie di incongruenze, riassumibili in una provocazione: se per assurdo i giudici avessero dovuto valutare Jovanotti, geniale ed ecumenico innovatore del linguaggio musicale italiano che merita in pieno il suo ruolo di star, ma anche artista dotato di una vocalità non eccelsa, lo avrebbero incoraggiato ad andare avanti? Gli addetti ai lavori giurano di no.
E' questo il paradosso del format "talent show": e non è un difetto da poco!
FONTE: BLOGOSFERE
I discografici puntano sui due reality televisivi che da oggi si scontrano in prime time, Amici e X Factor, per rilanciare la vendita di cd intaccata dalla distribuzione illegale su Web.
E’, finora, vincono la sfida.
Li conforta il successo commerciale della ex commessa Giusy Ferreri e dell'ex parrucchiere Marco Carta, protagonisti delle scorse edizione delle Accademie artistiche di Rai2 e Canale 5.
Ma chi sono i burattinai del business, ovvero i dirigenti delle major che decidono i destini professionali dei candidati?
Ecco i loro profili e le rispettive strategie per monetizzare i format musicali del piccolo schermo.
Il grande pubblico conosce già alcuni tra i veri "padroni del vapore".
Come la simpatica produttrice Mara Maionchi, nonna ideale di tutti gli adolescenti che dice le parolacce. Dalla fine degli anni '60 ha lavorato alle dipendenze di grosse case discografiche: ha collaborato con Mogol, Lucio Battisti, ha lanciato tanti vip, tra cui Gianna Nannini, Umberto Tozzi, Eduardo de Crescenzo e Tiziano Ferro. Oggi, opera in modo autonomo offrendo i suoi servizi al mercato.
In TV appare anche il giudice dei casting di X Factor, Stefano Senardi, presidente della etichetta indipendente NunFlower con un passato in Polygram e Cgd.
O ancora, il più in alto di tutti, l'ex dee jay e talent scout Richi Zerbi, presidente di Sony Bmg Italia. Lo si vede nei programmi di Simona Ventura e di Maria De Filippi, ma anche in goliardiche ospitate a Mai dire...con la Gialappa's Band. Con lo stesso trio comico commenta dai microfoni di Radio2 RAI il Festival di Sanremo, e si diverte ad anticipare i nomi dei vincitori della rassegna canora più famosa.
E' lui la punta dell'iceberg dell'industria nazionale che emerge in TV, poiché dirige la filiale italiana della più importante major mondiale. La sua casa discografica cura ad anni alterni con la Warner la compilation che contiene le canzoni interpretate dai ragazzi di Amici.
Nell'ultima edizione ha sfornato con Maria De Filippi il disco collettivo di inediti "Scialla", in cima alle classifiche dallo scorso gennaio.
Pur avendo legami col reality del Biscione, la Sony Bmg è lo sponsor mecenate di X Factor. In questa gara mette in palio il contratto per il vincitore. I prodotti del programma Mediaset sono invece gestiti sopratutto dalla Warner.
Alessandra Carnevali, musicista che in qualità di autrice ha collaborato con Mario Lavezzi ed ha partecipato al Festival di Sanremo, e prima blogger ad essere accreditata alla Sala Stampa della rassegna ligure, spiega a 9 Colonne gli equilibri produttivi del backstage.
"Ad anni alterni, entrambe hanno l'opzione per mettere sotto contratto i singoli cantanti di Amici. X Factor è gestito discograficamente dalla Sony, ma molto potere credo lo abbia la casa di produzione del programma che è Magnolia."
Sony Bmg e Warner sono due dei quattro colossi che si spartiscono il mercato planetario (le altre sono Emi e Universal). La prima è una joint venture tra il gruppo tedesco BMG (Bertelsmann Music Group) e la multinazionale giapponese Sony Music Entertainment, un impero intercontinentale creato nel 2004. Warner è invece americana ed opera in tutti i settori dei media e dello Spettacolo. Nel 1990 ha anche acquisito Time, il primo gruppo editoriale degli USA.
Da un po’ di tempo, entrambe si affidano ai talent show per superare la crisi indotta dai nuovi modelli di consumo imposti dalla diffusione immateriale della musica. La formula del concorso per interpreti testati in contemporanea in TV e su internet sembra dare buoni frutti. Il sistema di giudizio offre valide garanzie perché mette in sinergia il voto popolare con il parere competente degli esperti. La valutazione, inoltre, si sviluppa all'interno di un percorso lungo che offre molte possibilità di verifiche incrociate. I capi delle major possono captare gli umori del "popolo sovrano", come lo definisce il giurato di X factor Morgan, ed i vocal coach dei cantanti possono coordinare i loro sforzi con le indicazioni espresse dal tele-voto e dalla piazza virtuale del Web.
Conferma Alessandra Carnevali: "Hanno visto che funziona: prendono una nidiata di pulcini, spesso già adocchiati dalle stesse major coinvolte nel programma, se non già pre-contrattualizzati, oppure artisti ritenuti validi che però non hanno ancora avuto modo di compiere il salto di qualità e li mettono nel contenitore di X factor. Per selezione naturale ne emergerà uno. O, forse, al massimo un paio. Il problema poi sarà il "progetto", ovvero la costruzione di un preciso mondo artistico e non solo di immagine in cui collocare il cantante. E non sempre chi vince il programma è poi quello con il progetto più forte o credibile".
Questo meccanismo selettivo si sintonizza con la politica cauta adottata negli ultimi anni dalle major.
"Le case discografiche - prosegue la Carnevali - in epoca di crisi mondiale non possono e non vogliono più rischiare ed investire su progetti a lunga scadenza. Un tempo si metteva sotto contratto un giovane artista e gli si davano i mezzi ed il tempo (a volte anni e più di un album di rodaggio) per affermare la propria personalità. E' così che sono nati i grandi cantanti e cantautori degli anni '60 e '70. Poi tutto è diventato più frenetico e l'artista ha dovuto subito fare "numeri" importanti. Altrimenti, avanti il prossimo. Negli ultimi anni questo è più che mai frequente. Le major stanno alla finestra e arrivano quando il cantante è già maturato, e magari buona parte del rischio e della fatica se l'è sobbarcata un'etichetta indipendente o l'artista stesso".
Per il telespettatore, un po' del fascino di Amici e, sopratutto, di X Factor dipende dalla loro capacità di trasformarci tutti in "produttori discografici": una sorta di FantaMusica, sul modello del gioco FantaCalcio che abilita gli utenti del Web a diventare allenatori di squadre di football immaginarie.
"In parte è così - dice la Carnevali - sopratutto per chi fa informazione musicale o è del settore. Il telespettatore a casa credo che segua più il gusto personale e si affezioni a questo o a quel cantante. Perché gli somiglia, gli sta simpatico o ha una storia personale che lo commuove. E' un po’ come per le telenovelas o per le soap. I personaggi, grazie alla TV, entrano quotidianamente nelle case delle persone e diventano quasi membri della famiglia. Se ne parla a tavola, al bar, al lavoro ed alla fine si perde di vista l'aspetto spiccatamente artistico e prevale quello umano."
Un ruolo essenziale è giocato dal web, canale interattive che coinvolge l'audience e la rende protagonista dello show. La stessa Carnevali lo verifica ogni giorno come titolare di uno dei blog musicali, Festival del circuito Blogosfere, più seguiti on line: "Dal mio punto di osservazione – spiega - riesco a intravedere le potenzialità di successo di questo o quel cantante anche grazie ai lettori del blog ed ai loro commenti. In un' epoca come questa in cui il web sta diventando un'imprescindibile fonte di informazione e il download sta prendendo il posto delle vendita dell'oggetto cd, il lavoro dei blogger, soprattutto di quelli che si occupano di televisione e di musica, è fondamentale per la crescita della popolarità prima e delle vendite poi di qualsiasi artista emergente."
Amici e X Factor, rappresentano dunque il più redditizio compromesso tra TV e Major, la migliore sintesi di business discografico e show televisivo interfacciato col Web. Una macchina scenica acchiappa-ascolti per il piccolo schermo che registra il crollo degli introiti pubblicitari ed una ricetta anti-crisi per l'industria dei cd falcidiata dai download abusivi degli internauti.
Anche quest'anno sfornerà nuove "galline dalle uova d'oro?".
"Per X Factor - azzarda l'esperta blogger - sarei tentata di dire Juri per i motivi che hanno portato Marco Carta a vincere prima Amici e poi Sanremo, ovvero un grande coinvolgimento emozionale da parte di un vasto pubblico senza distinzioni di età o sesso. O i Bastard Sons of Dioniso, perché piacciono alle ragazzine. Se ben equipaggiata di buone canzoni potrebbe avere ottime prospettive la grande voce di Noemi. Ho un grosso punto interrogativo su Matteo che seppur non brilli per originalità ha forse la voce più matura di tutti i concorrenti e nei download dei brani contenuti nella prima compilation di XF uscita la scorsa settimana è al primo posto con la sua cover in italiano di Should have known better di Jim Diamond. Per gli altri non saprei. Penso che sia tutto già visto e sentito".
Rimangono i dubbi sui limiti di questa nuova forma di talent scouting televisivo legato a troppe variabili: alla volubilità del pubblico ed a possibili errori di giudizio degli esperti che potrebbero stroncare sul nascere gli artisti più originali. La selezione, inoltre, non stima le capacità autoriali dei candidati, oltre a quelle di esecutori.
Alcuni esempi? Marco Carta, trionfatore a Sanremo 2009, l'anno scorso era osteggiato ad Amici dalla sua stessa insegnante di canto, Grazia Di Michele, che gli prospettava un futuro anonimo. I vincitori di X factor 2008, gli Aram Quartet, hanno ceduto il passo alla sconfitta Giusy Ferreri, che primeggia nelle classifiche di vendita.
Una serie di incongruenze, riassumibili in una provocazione: se per assurdo i giudici avessero dovuto valutare Jovanotti, geniale ed ecumenico innovatore del linguaggio musicale italiano che merita in pieno il suo ruolo di star, ma anche artista dotato di una vocalità non eccelsa, lo avrebbero incoraggiato ad andare avanti? Gli addetti ai lavori giurano di no.
E' questo il paradosso del format "talent show": e non è un difetto da poco!
FONTE: BLOGOSFERE
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